CASTEL DI SANGRO

CASTEL DI SANGRO

A due passi dal maestoso Parco Nazionale dell'Abruzzo, tra le vette innevate di Roccaraso e le praterie sconfinate di Montenero Val Cocchiara c'è Castel di Sangro, moderno borgo della provincia deL'Aquila. I lunghi inverni al profumo di abete e cioccolata calda per le strade, le estati fresche sul ponte lungo il fiume Sangro che la attraversa, raccontano tutta la magia e la genuinità di una piccola città che è tutt'oggi capoluogo e sede principale della Comunità Montana Alto Sangro Cinque Miglia.

Appena fuori dal ramo dell'autostrada che porta fino a Roccaraso, alla fine della strada provinciale che la unisce all'entroterra abruzzese, un unico lungo viale alberato conduce verso “Castello”, come lo chiamano i suoi cittadini, accompagnandovi i turisti che non sanno quanto può essere sorprendente un paese che spunta, una casetta dopo l'altra, lungo i confini di una vallata..

Castel di Sangro sorge proprio qui, lungo la riva destra del Sangro dove fu l'anticaAufidena, abitata dai Sanniti intorno al III secolo a.C. Le vicende della storia, le scorribande unne e saracene che costrinsero gli abitanti di queste contrade ad arroccarsi sulle alture, la trasformarono in unaroccaforte di cui ancora oggi restano imponenti mura a proteggere la città moderna. Risale invece al 1050 il castello che sovrasta la città e da cui anticamente fu chiamata Castrum Sari.

Castel di Sangro è così, piccola, deliziosa ed imponente allo stesso tempo.
Proprio su queste alture che raccontano la storia del paese si mostra solenne la Basilica di Santa Maria Assunta, la chiesa più importante del paese risalente probabilmente al 1100, con volti di pietra scolpiti nelle pareti e lo stemma di Castel di Sangro ben visibile.
Dalle viuzze del centro storico fino a Piazza Plebiscito, grossi ciottoli arrotondati dal gelo e porticati in pietra massiccia creano un'atmosfera antica, tra il fumo dei camini accesi e i rintocchi delle campane dellaChiesa di San Giovanni Battista, mentre l'acqua, con grazia, zampilla gelida tutto l'anno dal fontanone al centro della piazza.

 

Da qui una piccola scalinata si intrufola tra le case e ci conduce nel cuore più profondo del paese, dove troviamo il famoso Palazzo De Petra, chiamato “palazzo del leone” per via della scultura in pietra grezza che si trova nel suo cortile, raffigurante appunto un leone come simbolo di supremazia e forza di questa famiglia. All'interno del palazzo oggi troviamo una Pinacoteca civica, dedicata al famoso pittore castellano Teofilo Patini.

Pochi passi attraverso i porticati e attraverso la storia, e ci ritroviamo nella Castel di Sangropiù moderna: piazza Patini dove si incrociano Via Porta Napoli e Corso Umberto I, i bar affollati dai ragazzi e i negozi per lo shopping delle famiglie per bene, confusione di giorno e silenzi curiosi di sera, quando dopo le 19.00, in inverno i negozi già hanno le serrande chiuse. Via Porta Napoli per un tratto è un ponte moderno che si affaccia sul fiume Sangro, che lento e discreto attraversa la villa comunale rigogliosa e vivace, dove i bimbi che si rincorrono tra una giostrina e l'altra fanno compagnia alle ochette, che sguazzano libere ed incuranti dei freddi e delle stagioni che si inseguono veloci; sempre lì, fin da quando questi luoghi sono parte della mia memoria