
16/06/2014
CASTEL DI SANGRO
A
due passi dal maestoso Parco Nazionale dell'Abruzzo, tra le vette innevate di Roccaraso e le praterie sconfinate di Montenero Val Cocchiara c'è Castel di Sangro, moderno borgo
della provincia deL'Aquila.
I lunghi inverni al profumo di abete e cioccolata calda per le strade, le
estati fresche sul ponte lungo il fiume Sangro che
la attraversa, raccontano tutta la magia e la genuinità di una piccola città
che è tutt'oggi capoluogo e sede principale della Comunità Montana Alto Sangro Cinque Miglia.
Appena fuori
dal ramo dell'autostrada che porta fino a Roccaraso, alla fine della strada
provinciale che la unisce all'entroterra abruzzese, un unico lungo viale
alberato conduce verso Castello, come lo chiamano i suoi cittadini,
accompagnandovi i turisti che non sanno quanto può essere sorprendente un paese
che spunta, una casetta dopo l'altra, lungo i confini di una vallata..
Castel di Sangro sorge
proprio qui, lungo la riva destra del Sangro dove fu l'anticaAufidena, abitata dai Sanniti intorno al III secolo a.C.
Le vicende della storia, le scorribande unne e saracene che costrinsero gli
abitanti di queste contrade ad arroccarsi sulle alture, la trasformarono in unaroccaforte di cui ancora oggi restano imponenti mura a proteggere la città moderna. Risale
invece al 1050 il
castello che sovrasta la città e da cui anticamente fu chiamata Castrum Sari.
Castel di Sangro è così, piccola,
deliziosa ed imponente allo stesso tempo.
Proprio su queste alture che raccontano la storia del paese si mostra solenne
la Basilica di Santa Maria Assunta, la chiesa più
importante del paese risalente probabilmente al 1100, con volti
di pietra scolpiti nelle pareti e lo stemma di Castel di Sangro ben visibile.
Dalle viuzze del centro storico fino a Piazza Plebiscito, grossi ciottoli arrotondati dal
gelo e porticati in pietra massiccia creano un'atmosfera antica, tra il fumo
dei camini accesi e i rintocchi delle campane dellaChiesa di San Giovanni Battista, mentre l'acqua,
con grazia, zampilla gelida tutto l'anno dal fontanone al centro della piazza.
Da qui una piccola scalinata si intrufola
tra le case e ci conduce nel cuore più profondo del paese, dove troviamo il
famoso Palazzo De Petra, chiamato palazzo del leone per
via della scultura in pietra grezza che si trova nel suo cortile, raffigurante appunto
un leone come simbolo di supremazia e forza di questa famiglia. All'interno del
palazzo oggi troviamo una Pinacoteca civica, dedicata al famoso pittore
castellano Teofilo Patini.
Pochi passi attraverso i porticati e
attraverso la storia, e ci ritroviamo nella Castel di Sangropiù moderna: piazza Patini dove si incrociano Via Porta Napoli e Corso Umberto I, i bar affollati dai ragazzi e i
negozi per lo shopping delle famiglie per bene, confusione di giorno e silenzi
curiosi di sera, quando dopo le 19.00, in inverno i negozi già hanno le
serrande chiuse. Via Porta Napoli per un tratto è un ponte moderno che si
affaccia sul fiume Sangro, che lento e discreto attraversa la villa comunale rigogliosa e vivace, dove i bimbi che
si rincorrono tra una giostrina e l'altra fanno compagnia alle ochette, che
sguazzano libere ed incuranti dei freddi e delle stagioni che si inseguono
veloci; sempre lì, fin da quando questi luoghi sono parte della mia memoria